Cocktail con il vino, eresia o sepòfa’?



Non fate quella faccia…

Vostro nonno metteva le pesche nel vino e lo allungava con la gassosa: cos’era, se non un invention test di mixology?

Ebbene sì, secondo me il primo cocktail in cui è stato usato il sacro nettare è assolutamente vino e gassosa, nella versione mezzo e mezzo (come piaceva ai contadini abruzzesi) o sciampagnino, coniato dai marinari.
Realizzato per far durare di più il vino? Per ammorbidire i fermentati contadini imbevibili? Non ci è dato saperlo, ma fatto sta che mischiare le bevande ce l’abbiamo nel sangue.

Come al solito, il mondo enologico è diviso: usare il rosso del nonno per un cocktail va bene, ma cambiamo tutti faccia se si alza la qualità del vino. Tipo:

“Buono questo Bellini, che spumante hai usato?”
“Krug Grande Cuvée 173ème Édition (e le pesche di Eurospin)”


I superalcolici sì, il vino no?

In fondo per i superalcolici funziona così:
a 18 anni bevevi la vodka del discount con la lemonsoda fake dalla barista carina in discoteca.
A 30 ci metti 3 ore a scegliere un gin e una tonica dalla carta infinita del cocktail bar al 13° piano.

Ma per il vino no.
Il nettare sacro non si mischia!
Eppure…


🧡 SPRITZ, IL COCKTAIL ITALIANO PIÙ FAMOSO AL MONDO

(Che hanno inventato gli Austriaci)

Sì, raga. L’invenzione di questa pozione magica si deve proprio ai soldati austriaci che, verso la fine dell’800, decisero che il vino bianco friulano (all’epoca si chiamava Tocaj — ma questa storia ve la racconto un’altra volta) era troppo forte e iniziarono a spruzzarci — spritzen, in teutonico — dell’acqua frizzante.
(Potevano vincere la guerra?!)

La magica bevanda a base di acqua frizzante e vino bianco si è diffusa in tutto il nord, in particolare a Venezia e Padova, dove ne hanno fatte due versioni:

  • con vino bianco e bitter Select
  • con prosecco e bitter Aperol

Una fettina d’arancia a guarnire, e con il diffondersi della moda dell’aperitivo tutta Italia ha iniziato a farsi di bevande arancioni.

Parere mio?
Ottima scusa per mischiare il prosecco da 1 euro con un goccio d’Aperol e farlo pagare 7 euro.
(Si finisce sempre al vile denaro.)


🍷 SANGRIA: IL MIX LATINO PARTY ADDICTED

(Che poi è un po’ pesche e vino del nonno)

C’era la luna e c’erano le stelle, c’era una nuova emozione sulla pelle e secondo voi che c’era da bere?

Pinot nero di Borgogna? No.
Barolo del Monferrato? No.
Chablis Premier Cru? Ma come ti viene in mente.

C’erano 5 litri del fiaschetto preso in offerta al supermercato, messi dentro una brocca (o, se sei fortunato, in mezza anguria scavata) con frutta a piacere, un goccio di rum e dello zucchero.

Detta così non la berrebbe neanche la mia cagnolina Penny, ma se sei in estate e porti la sangria… si accende subito il party.

  • Primo bicchiere: ti viene in mente Ricky Martin che canta La Copa de la Vida
  • Secondo: Despacito
  • Terzo: piangi sulla bachata No vale la pena enamorarse

Parere mio?
Sì, lo so che fa cagare e che domani avrò il mal di testa… ma dammi un altro sorso che mi parte il Bad Bunny.


🥂 IL RE È NUDO. ANZI, TROPPO VESTITO:

LO CHAMPAGNE NELLA MIXOLOGY

No, raga. Va bene spritz e sangria…
ma con Sua Maestà non ce la faccio.
Sì, lo so che il parere personale lo devo mettere alla fine.
Quindi vediamo prima che si sono inventati i barman.

🍋 French 75

Praticamente gin + champagne.
Nel gin ci si mette la tonica, non lo champagne, cribbio!
C’è chi dice che lo abbia inventato un barista americano durante il proibizionismo, chi invece lo attribuisce a un barista dell’Harry’s Bar di Parigi negli anni ‘20.
Unica certezza: prende il nome da una pistola dell’esercito francese.

🍇 Kir Royal

Champagne + crème de cassis (liquore al ribes).
La storia vuole che lo abbia inventato un cameriere a Digione con del vino bianco (Aligoté), unito a questa crema di ribes.
È piaciuto talmente tanto al sindaco (Monsieur Kir) che ha iniziato a farlo servire ovunque.
Poi ci hanno aggiunto lo champagne, l’hanno chiamato Royal, e via:
Bellini → Bellini Royal
Mimosa → Mimosa Royal
Rossini → Rossini Royal

Se ti sembra di averlo sentito è perché era il cocktail preferito di Emily in Paris.

Parere mio?
Non sono male, ma se sostituisco lo champagne col prosecco (così mischiato) non te ne accorgi.
E fidati che lo farò, perché se fai un Kir Royal con un Jacques Selosse te lo rovescio addosso.


🌶️ SPICY SAUVY B & I TREND SOCIAL

Raga, il mondo è questo.
Basta con l’inutile retorica del “si stava meglio prima”, “spegnete i cellulari e parlatevi” oppure “io sono figo perché non ho i social”.

La comunicazione parte da lì.
E se oggi scopri un cocktail nuovo, come lo fai girare?
Esatto: TikTok.

Ed è proprio lì che è nato lo Spicy Sauvy B: sauvignon blanc + rondelle congelate di jalapeño.

“Perché proprio il Sauvignon?”

spoiler: spiegone tecnico in arrivo.

Nel Sauvignon ci sono le pirazine, molecole aromatiche che danno quel tipico sentore di peperone verde.

Quindi il genio su tiktok ha pensato:

“Se ci sento il peperone… ce lo metto davvero.”

Parere mio?
L’ho fatto. È buono. Il Sauvignon Blanc non viene stuprato.
Il finale spicy è gradevole e la foto è Instagrammabile.


🧠 MORALE DELLA FAVOLA?

Abbiamo una fortissima passione per la critica e riteniamo il vino una bevanda intoccabile. E ci sta.
Critichiamo i francesi che mettono il ghiaccio nel vino, ma loro riescono a essere strafighi perché lo chiamano “vin à la piscine”.

Il vino è il vino, i cocktail sono i cocktail.
Ma a volte basta aprire la mente per scoprire nuovi mondi.
E magari anche nuovi modi di bere.

E se non ti parte la voglia di uno Spicy Sauvy B, forse stai leggendo il blog sbagliato.


In vino veritas… ma anche no!

Ma intanto… iscriviti, ché è gratis. E porta anche un po’ di jalapeño.

🎧 Canzone suggerita per leggere l’articolo:
“Somebody to Love” ma la versione live di George Michael al Freddie Mercury Tribute
(Mica ti aspettavi Bad Bunny.)

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FA BENE O FA MALE?

(ZERO FAKENEWS, SVISCERIAMO TUTTO) Scrollando Instagram mi è capitato di vedere uno di quei post dove si diceva che prima del 1956 nelle scuole francesi veniva servito il vino a mensa. Le foto ritraevano bambini delle elementari con bottiglie e bicchieri colmi che neanche noi il venerdì sera all’aperitivo. Domanda spontanea: che aspettativa di vita…

Vin’ a porter

(e se i vostri gusti cambiassero in base alle mode?) La prima domanda che mi viene da fare a un produttore è sempre la stessa: “Nel tuo vino c’è quello che piace a te o quello che piace al mercato?” La risposta non è mai così scontata.Ci sono i duri e puri alla Josko Gravner…

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